La Bhagavad Gita
Parte del Mahabbarata, uno dei Poemi epici dell'India, espone il dialogo tra Krishna e Arjuna. Krishna, avatar di Vishnu impersona l'auriga del condottiero Arjuna durante la battaglia di Kurukshetra che vede contrapposte le schiere dei Pandava e dei Kaurava. Il dialogo, prendendo spunto dalla battaglia imminente è in realtà una magnifica metafora della lotta che si compie giornalmente nella mente di ogni uomo. Krishna con i suoi insegnamenti porta lentamente alla Consapevolezza Arjuna che continua a porre mille domande. Ecco così che si svela l'importanza dello Yoga, della Meditazione fino ad arrivare alla reale visione di Dio.
P. Anthony mette a confronto la Bhagavad Gita con i passi inequivocabilmente simili del Vangelo di Cristo, in quanto nella visione ecumenica dell'autore tutte le filosofie e religioni che portano alla realizzazione del Sé hanno percorsi del tutto identici.
Si può dire che la Bhagavad Gita contenga tutto quanto vi è di meglio nella filosofia indiana, ed è appunto questo eclettismo che l'ha innalzata al rango di una delle grandi Scritture indù e le ha meritato il nome di "Bibbia degli indù" o "Vangelo di Krishna" come talvolta viene nominata.
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